Recessione: sfide e opportunità

Dalla Grande Depressione del 1929 allo shock petrolifero del 1973, dalla recessione degli anni 1980/82 alla crisi finanziaria globale del 2008, fino alla pandemia di Covid-19… sono solo alcune delle recessioni più significative della storia economica mondiale, che hanno avuto impatti significativi sulle economie e sulle vite delle persone.

Come affrontare lo spauracchio di un’imminente recessione nel Belpaese? Un buon punto di partenza è considerarle come fasi naturali e inevitabili del ciclo economico, ovvero del fisiologico alternarsi di espansioni e contrazioni che caratterizzano l’economia di una nazione. Soltanto così questi fenomeni possono essere visti come un’opportunità per gli investimenti.

Ma facciamo un passo indietro: che cos’è una recessione? Nel 1974, l’economista Julius Shiskin (1912-1978) ha individuato una serie di criteri che identificano una recessione. Il più importante stabilisce che si parla di recessione quando il PIL diminuisce per due trimestri consecutivi. Inoltre, tale periodo di declino dell’attività economica di un Paese è generalmente caratterizzato anche da un aumento della disoccupazione e una diminuzione dei redditi, delle vendite e della produzione industriale.

Nel 2023 l’Italia ha registrato un incremento annuo del PIL dello 0,9%, in decelerazione rispetto al 2022, ma superiore a quello della media dell’area euro (+0,4%). Nel quarto trimestre del 2023, il valore aggiunto dell’industria in senso stretto ha mostrato una sostanziale stazionarietà. Il settore dei servizi si è stabilizzato, l’agricoltura ha registrato una contenuta flessione, mentre il comparto delle costruzioni ha continuato a crescere in misura rilevante (+4,7%).

Per quanto riguarda il lavoro, gli indicatori erano in miglioramento fino a dicembre 2023, quando il tasso di occupazione era salito al 61,9% (dal 59% di fine 2019), quello di attività al 66,8%, mentre la disoccupazione era scesa al 7,2% (dal 9,7%). Dopo sei mesi, a gennaio 2024, l’occupazione è diminuita lievemente (-0,1% sul mese precedente). Il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 7,2%.

Nel quarto trimestre del 2023, sia le esportazioni sia le importazioni italiane in valore, pur avendo registrato un lieve aumento in termini congiunturali, hanno confermato un ridimensionamento rispetto al 2022 osservato già dal secondo trimestre dell’anno. Hanno inciso su tale andamento, da un lato la flessione dei prezzi delle materie prime che ha contribuito alla graduale riduzione della dinamica dei valori medi unitari, dall’altro il calo dei volumi esportati e importati in diminuzione già dalla fine del 2022.

Analizzando i dati economici a disposizione è evidente la difficoltà a fare stime sul 2024, in quanto l’economia globale è attualmente caratterizzata da una elevata instabilità e incertezza sull’evoluzione delle tensioni geo-politiche.

Come ha evidenziato lo scoppio dell’epidemia Covid-19 che ha inaspettatamente travolto le economie mondiali, prevedere una recessione è tutt’altro che semplice. Tuttavia, è possibile cautelarsi di fronte a questa eventualità pensando alle possibili implicazioni per i portafogli d’investimento.

La diversificazione del portafoglio è una strategia chiave per proteggere gli investimenti durante periodi di recessione economica, in quanto aiuta a mitigare le perdite in caso di performance negative in un settore specifico: gli investitori dovrebbero quindi cogliere l’occasione per rivedere la propria asset allocation complessiva, distribuendo i propri investimenti in una gamma di classi di attività, come azioni, obbligazioni, beni immobili, materie prime e liquidità. Allo stesso modo, investire in mercati internazionali può ridurre il rischio correlato a una specifica regione economica.

Last but not least, fondamentale nel caso di discesa dei mercati è mantenere la calma. La maggior parte delle persone pensa ad acquistare perché un’azione o il mercato è salito e vendere perché è sceso. Questo è esattamente l’opposto della logica del mercato ed è molto improbabile che nel lungo periodo questo tipo di approccio porti a risultati soddisfacenti. Come un imprenditore non vende la propria società appena c’è un periodo di rallentamento, anche un investitore deve mantenere sangue freddo e prendere decisioni ponderate, basando la propria strategia sull’ipotesi di una ripresa dei mercati.

Warren Buffett, chairman della Berkshire Hathaway, ha ripetutamente esortato gli investitori a non cedere alla paura durante il caos dei mercati e ha avvertito che il panic-selling può essere costoso e può privare gli investitori di rendimenti a lungo termine.

Insomma, avendo un orizzonte temporale a lungo termine si può essere in grado di sopportare le fluttuazioni a breve termine del mercato e, soprattutto, considerare i periodi di incertezza e preoccupazione come fantastiche opportunità per fare affari.

Condividi articolo
Articoli correlati
Dalle origini antiche alla moderna finanza: un viaggio attraverso la storia del sistema finanziario
L’inflazione erode il tuo capitale
Inflazione e carovita: se non agisci, ci perdi
È tempo di cambiare, impara a investire